SUL NUOVO GOVERNO

Mentre nelle elezioni politiche 2018 gli italiani riposero speranze negli sconosciuti del Movimento 5 Stelle, nel 2022 hanno dato fiducia a persone che stanno in Parlamento da venti o trent’anni.
Qualcuno si potrebbe chiedere per quale motivo questi personaggi siano in Parlamento da decenni. Sono forse statisti insostituibili?
Io risponderei che se costoro fossero iscritti a PARTITI VERI, dopo un paio di mandati qualcuno li avrebbe messi in discussione, qualcuno, magari un giovane, gli avrebbe detto a muso duro che i mestieranti della politica sono il cancro della democrazia. Io risponderei che il partito che ricandida le stesse persone per decenni non può essere democratico. Il partito politico tracciato dalla Costituzione della Repubblica Italiana è un’associazione di cittadini che concorrono con metodo democratico a determinare la politica nazionale (art. 49). Il metodo democratico implica un ricambio della dirigenza del partito, o quanto meno che non ci siano dirigenti e candidati intoccabili per decenni.
L’inamovibilità di certe persone fa pensare che il partito abbia dei padroni, che, al di là delle apparenze, la sua dirigenza non sia contendibile.
I partiti non sono associazioni qualunque, sono sodalizi di interesse pubblico, pertanto la loro vita interna DEVE rispondere al metodo democratico sancito dalla Costituzione. Non c’è dubbio che debba essere assicurata all’associazionismo politico la più grande libertà, ma è altrettanto importante che i partiti non siano scatole vuote, la loro democrazia interna, l’effettiva partecipazione degli associati alle scelte. Tutti questi aspetti devono essere regolati, a mio avviso, da una LEGGE SUI PARTITI. Una legge che detti norme semplici, oggettivamente riscontrabili, onde evitare che la magistratura sia chiamata ad intromettersi nella vita del partito.  Una delle principali regole dovrebbe essere il ricambio obbligatorio di dirigenti e  candidati, sia pure entro un lasso di tempo ragionevole in cui le persone possano esprimere il meglio di sé.
Invece oggi il sistema italiano legittima carrozzoni mediante i quali ristrette cerchie di persone occupano il potere. Le poltrone ultradecennali fanno parte di questo andazzo, come quelle di tanti capilista.
E’ passato un secolo, eppure gli italiani continuano a farsi soggiogare da occupatori del potere. Cent’anni fa furono occupate le vie di Roma, oggi sono occupati i partiti. E si sa come va a finire: se il consenso non arriva da partiti partecipati, bisogna strapparlo alla maniera solita: col debito, oboli, demagogia.

                                                                  Andrea Pirro

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