La prossima rivoluzione democratica italiana mirerà alla promulgazione di una LEGGE SUI PARTITI, un provvedimento che obblighi il partito politico ad assolvere alla funzione costituzionale di garantire la partecipazione degli associati alla politica nei territori, nelle Regioni, in Parlamento. L’ineludibilità di questa missione sarà una grande conquista, anche se comporterà per i partiti un gravoso impegno sociale ed economico.
La difesa di una dignitosa partecipazione del cittadino alla vita politica coincide con la difesa della democrazia. Non si può continuare ad assistere impotenti al suo svuotamento perpetrato da:
– partiti politici personali, verticistici, avulsi dai territori, eppure narrati da media compiacenti come organizzazioni democratiche;
– coalizioni elettorali, per lo più formate da quegli stessi partiti personali, da simboli che non rispecchiano forze politiche reali, radicate nel territorio, con una storia alle spalle;
– partiti del web, una sorta di partito particolarmente insidiosa che sfrutta un formidabile strumento di condivisione qual è internet, specula sul fenomeno della realtà aumentata insito nei social, spia gli attivisti come un Grande Fratello, li strumentalizza, spaccia per quintessenza di democrazia consultazioni di iscritti (si badi bene: iscritti, non gli associati che la Costituzione prevede), senza quorum e con risultanze manipolabili e di difficile verifica.
L’aspetto più grave di tutte queste distorsioni dell’associazionismo politico consiste nella sostanziale inadeguatezza a risolvere le enormi sfide cui l’Italia va incontro. I surrogati della politica non sono in grado di realizzare alcuna riforma incisiva perché non hanno né consenso di massa, né capacità di mobilitazione popolare. I surrogati della politica non vanno presi alla leggera, non sono innocuo folklore italiano, sono aberrazioni che da anni spingono il Paese verso ulteriore indebitamento, verso una sempre maggiore dipendenza dalla UE.
Altro che sovranismo! Gli attuali partiti italiani possono tutt’al più occupare seggi in Parlamento, tentare di condizionare i governi per spicciola propaganda, continuare ad affossare una Nazione come è accaduto in un passato tristissimo.
Una LEGGE SUI PARTITI deve stabilire che il partito politico nasce nel territorio.
Una LEGGE SUI PARTITI deve stabilire che le candidature a qualsiasi carica pubblica sono decise dai territori attraverso procedure trasparenti e responsabili.
Una LEGGE SUI PARTITI deve stabilire che puoi sottoporti a primarie interne di partito e consultazioni elettorali soltanto dove la gente ti conosce.
Una LEGGE SUI PARTITI deve vietare le candidature multiple dei padroni del partito.
Una LEGGE SUI PARTITI deve fissare un limite di accesso alle cariche pubbliche per tutte la forze politiche.
Una LEGGE SUI PARTITI deve porre fine al teatrino dei partiti romani, delle coalizioni elettoralistiche, dei professionisti dell’autopromozione.
Andrea Pirro