L’art. 49 della Costituzione delinea partiti di cittadini associati che concorrono a determinare la politica nazionale. Il partito politico deve quindi tutelare questo concorso, il partito deve essere organizzato in modo da far sì che la partecipazione di ciascun soggetto abbia un peso, cominciando dai territori periferici fino ad arrivare ai palazzi del Governo del Paese.
Questo detta la Costituzione della Repubblica Italiana. Che cosa offre invece la realtà dei nostri giorni? Partiti verticistici, dove la politica è decisa da un pugno di persone e strombazzata dai media occupati dagli stessi partiti.
E gli associati di cui parla l’art. 49 della Costituzione?
Nel discredito della politica, nell’astensionismo dilagante, sono gruppuscoli di galoppini che si prostrano di fronte ai capi e si adeguano a tutto nella speranza di raccogliere briciole di potere. La maggior parte è folla inerme, moltitudine d’individui che fanno discorsi che non avranno mai nessun peso perché il partito li ha emarginati e ridotti ad insignificanti followers.
Andrea Pirro