DEMOCRAZIA ELETTORALE

Nei giornali dello scorso settembre è apparsa la notizia dell’arresto del segretario de L’ALTRA ITALIA, il movimento politico che avrebbe presentato liste elettorali in cui figuravano nomi di persone candidate a loro insaputa, ignare dell’esistenza del movimento stesso. L’ALTRA ITALIA consisterebbe dunque in un manipolo di spregiudicati arrivisti che propagandava l’aquila tricolore come simbolo di un’associazione politica inesistente.
Se tutto questo fosse vero, L’ALTRA ITALIA sarebbe l’esempio estremo delle aberrazioni cui può giungere la Democrazia Elettorale.
Che cos’è la Democrazia Elettorale? La Democrazia Elettorale è la tendenza a ridurre la democrazia a sinonimo di elezioni. Questo fenomeno di estrazione U.S.A. si è diffuso in tutto il mondo permettendo perfino ai regimi più autoritari di darsi una parvenza democratica. Si vota in Corea del Nord, nel Myanmar, in Turkmenistan, in Sudan, in Uzbekistan. Anche i generali africani promettono elezioni dopo che compiono colpi di stato.

Nella vecchia Europa tutti dovrebbero però sapere che le elezioni non esauriscono la forma democratica di governo. La democrazia è un complesso di istituti giuridici fondato su secoli di cultura liberale. La democrazia è un patrimonio prezioso ma vulnerabile: proprio le tanto sbandierate elezioni possono essere falsate in mille modi.
L’anello più debole della democrazia sono i partiti politici, soprattutto nei paesi dove non hanno un inquadramento giuridico. In Italia questa debolezza risale al tempo dell’Assemblea Costituente, allorché fu deciso di non inserire nella Costituzione della Repubblica Italiana una norma che dettasse almeno i requisiti minimi che il partito politico deve possedere.
La deregolamentazione ha giovato alla politica italiana? L’ha preservata da interferenze con la magistratura? La risposta è sotto gli occhi di tutti: la politica italiana è uno stagno solcato da partiti personali, da partiti dominati da piccole consorterie, da “coalizioni elettorali” che quasi sempre sono alleanze di forze politiche fittizie.
Tutte forme di partito non rispondenti all’interesse pubblico, al concetto di “associazione di cittadini” sancito dall’art. 49 della Costituzione.
In questo contesto la vita politica del Paese è fortemente pregiudicata. Il cittadino onesto mette a rischio dignità e reputazione avventurandosi in politica.
Il caso de L’ALTRA ITALIA non stupisce. Nel Paese in cui alleanze fra forze politiche spesso fittizie occupano lo Stato, le Regioni e i Comuni, non è strano che qualcuno s’inventi un partito virtuale, pronto per entrare in una coalizione e partecipare alla spartizione della torta.
Questa è solo l’ultima delle storture causate dalla mancanza di una LEGGE SUI PARTITI.
Andrea Pirro

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